Orobanche rapum-genistae Thuill., 1799

(Da: it.wikipedia.org)
Phylum: Tracheophyta Sinnott, 1935 ex Cavalier-Smith (1998)
Classe: Magnoliopsida Brongn. (1843)
Ordine: Scrophulariales Lindl. (1833)
Famiglia: Orobanchaceae Vent., 1799
Genere: Orobanche L, 1753
Italiano: Succiamele maggiore
Français: Orobanche du genêt
Deutsch: Ginster-Sommerwurz
Español: Espárrago de lobo
Descrizione
Il nome generico (Orobanche) deriva da due termini greci òrobos (= legume) e anchéin (= strozzare) e indicano il carattere parassitario di buona parte delle piante del genere di questa specie soprattutto a danno delle Leguminose (nell'antica Grecia questo nome era usato per una pianta parassita della veccia - Vicia sativa). Il nome specifico è composto da due parole latine: rapum (= rapa o radice tuberosa) e genistae (= nome dato da Virgilio per le piante della tribù Genisteae) e fa riferimento alle piante ospite. Il nome scientifico di questa specie è stato definito per la prima volta dal giardiniere e botanico francese Jean Louis Thuillier (1757-1822) nella pubblicazione Flore des environs de Paris, ou Distribution méthodique des plantes qui y croissent naturellement. Nouvelle édition - 317. 1799. Queste piante sono alte da (25) 30 a 60 cm. La forma biologica è terofita parassita (T par), sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. In questa specie sono presenti anche piante con forme biologiche perenni tipo geofite parassite (G par), sono piante provviste di gemme sotterranee e radici che mostrano organi specifici per nutrirsi della linfa di altre piante. Non contengono clorofilla per cui nel secco si colorano di bruno. Le radici sono fascicolate e si diramano da un bulbo o rizoma centrale. Nella parte finale sono provviste di austori succhianti che parassitano l'apparato radicale delle piante ospiti. La parte aerea del fusto è eretta e semplice (non ramosa); la forma è cilindrica (fusto grosso oltre 1 cm di diametro) ingrossata alla base. Gli scapi terminali sono sempre fioriferi (mai sterili). Le foglie sono ridotte a delle squame spiralate prive di clorofilla (non sono fotosintetizzanti) ed hanno delle forme lanceolato-acuminate. Dimensione delle foglie: larghezza 4-7 mm; lunghezza 15-19 mm. Le infiorescenze, a forma di spiga o racemo, sono dense. Le brattee dell'infiorescenza sono del tipo triangolare-lesiniforme. Dimensione dell'infiorescenza: larghezza 3-3,5 cm; lunghezza 10-20 cm. I fiori sono ermafroditi, zigomorfi (del tipo bilabiato), tetrameri, ossia con quattro verticilli (calice – corolla - androceo – gineceo) e pentameri (la corolla è a 5 parti, mentre il calice anch'esso a 5 parti spesso è ridotto). In questa specie i fiori alla base sono avvolti da 3 elementi: in posizione centrale è presente una brattea; su entrambi i lati è presente una lacinia calicina profondamente bifida (non sono presenti le bratteole). Lunghezza totale del fiore: 17-25 mm. Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale: X, K (4/5), [C (2+3), A 2+2], G (2), (supero), capsula. Calice: il calice è gamosepalo a 3 parti, ossia quattro sepali saldati 2 a 2 tipo lacinie lineari-lesiniformi ben separate o collegate alla base, più una brattea centrale. Dimensione del calice: 12-13 mm. Corolla: la corolla, di tipo personato, è simpetala e consiste in un tubo cilindrico non ristretto verso le fauci e terminante in un lembo bilabiato; dei due labbri quello superiore è intero o retuso, mentre quello inferiore è trilobato con lobo centrale cigliato e maggiore di quelli laterali. La superficie della corolla è più o meno subglabra, ed è colorata dal giallo al rossastro. Dimensione della corolla: 20-23 mm. Androceo: l'androceo possiede quattro stami didinami (due grandi e due piccoli). I filamenti sono glabri e sono inseriti alla base della corolla. Le antere, glabre, sono disposte trasversalmente e sono provviste di due logge più o meno uguali. Le sacche polliniche hanno l'estremità inferiore a forma di freccia. Gineceo: l'ovario è supero formato da due (o tre) carpelli ed è uniloculare; le placente sono due o quattro di tipo parietale, a volte unite al centro e portanti un numero molto elevato di ovuli. Lo stilo è del tipo filiforme; lo stigma è capitato o del tipo a 2-4 lobi ed è colorato di giallo. Fioritura: da aprile a luglio. Il frutto è una capsula loculicida a forma più o meno ovoidale. I semi, molti e minuti dalle dimensioni quasi microscopiche, contengono un embrione rudimentale indifferenziato e composto da poche cellule; sono colorati di nero. Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama). Dispersione: i semi cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). Queste piante non contengono clorofilla per cui possiedono organi specifici per nutrirsi della linfa di altre piante. Le loro radici infatti sono provviste di uno o più austori connessi alle radici ospiti per ricavare sostanze nutritive. Inoltre il parassitismo di Orobanche rapum-genistae è tale per cui anche i semi per germogliare hanno bisogno della presenza delle radici della pianta ospite; altrimenti le giovani piantine sono destinate ad una precoce degenerazione.
Diffusione
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Subatlantico o anche Ovest Europeo. In Italia è una specie comune su tutto il territorio. Nelle Alpi è presente al Centro e a Occidente. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia (dipartimenti di Alpes-de-Haute-Provence, Drôme e Isère) e in Svizzera (cantoni Ticino e Grigioni). Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nella Foresta Nera, Vosgi, Massiccio del Giura, Massiccio Centrale e Pirenei. Nel resto dell'Europa si trova nella parte occidentale e mediterranea. È presente anche in Anatolia e nel Magreb. L'habitat tipico sono le aree nelle quali sono presenti le piante ospiti; ma anche gli arbusteti meso-termofili, i carpineti, i querceti, i betuleti e i castagneti. Il substrato preferito è siliceo con pH acido, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco. Sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1200 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e in parte quello subalpino (oltre a quello planiziale a livello del mare).
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Data: 01/01/1994
Emissione: Flora e fauna Stato: Alderney |
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